La nuova versione del sistema operativo ha fatto il suo debutto poco più di due settimane fa

Arriva iOS 14.5: c’è un nuovo paladino dell’anti-tracking in città

Apple non lascia ma raddoppia il proprio impegno a favore della privacy degli utenti

Aurelioluca Mercuri
Think, make, improve
5 min readMay 13, 2021

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Photo by Daniel Romero on Unsplash

Ci sono poche certezze nella vita: il cielo è azzurro, l’ananas non va sulla pizza ed Apple organizza un evento per presentare dei prodotti hardware (ma non solo) ogni primavera. Il 2021 non ha fatto eccezione e il 20 aprile abbiamo assistito all’avvento di Spring Loaded, il nuovo showcase Made In Cupertino. Tra i nuovi coloratissimi iMac e la versione di iPad Pro con chip M1 anche gli affamati di software e servizi hanno potuto saziarsi adeguatamente, con l’annuncio della nuova piattaforma di premium podcasting della Mela (citata nel nostro articolo sulla Subscription Economy) e la definitiva data di rilascio di iOS e iPad OS 14.5, un aggiornamento del sistema operativo mobile degli iDevice atteso come pochi altri.

A costituire un’attrattiva non indifferente dell’aggiornamento sono stati la possibilità di sbloccare il device rapidamente mentre s’indossa la mascherina con l’ausilio di Apple Watch, il supporto agli AirTag, ma soprattutto l’introduzione di un nuovo sistema di gestione del tracciamento dei propri dati: App Tracking Transparency. Quest’ultimo ha generato una vera e propria tempesta nell’universo dell’advertising, soprattutto per colossi del tech e dei dati come Google e Facebook. Per comprendere il perché di tutto questo, abbiamo bisogno di fare un passo indietro e comprendere il funzionamento della profilazione che avviene sui sistemi operativi della Casa californiana.

Addio ai problemi di tracciamento con iOS 14.5. Fonte

Identification for Advertisers

Quest’ultimo è il nome dell’identificatore che Apple associa ai propri user e condivide con gli advertiser, in modo tale che i primi possano essere oggetto di operazioni di tracciamento e retargeting da parte dei secondi. Ogni IDFA (acronimo ufficiale) consiste in una stringa di numeri e con la nuova versione del sistema operativo mobile della Mela necessita del chiaro consenso dell’utente per essere condiviso con gli addetti ai lavori del settore. Nel caso in cui ciò non avvenisse e l’individuo non accettasse, l’Identification for Advertisers si trasformerebbe in una sfilza di zero, in un dato inutilizzabile.

Per Apple non è considerato tracciamento:

  • La condivisione di dati provenienti dal device — e collegati ad app di terze parti — con modalità che non consentano di identificare l’utente o il dispositivo;
  • La condivisione di dati a fini di sicurezza, per la prevenzione e il contrasto di frodi e truffe;
  • La condivisione di dati a fini di delineamento della solvibilità di un individuo.

Per chi se lo stesse chiedendo: sì, per rimanere in App Store d’ora in poi ogni applicazione dovrà aggiornarsi per accogliere queste direttive, nessuna eccezione ammessa (conosciamo bene la rigidità delle regole di Apple, stiamo assistendo alla sua ennesima dimostrazione con la causa tra Cupertino ed Epic Games), neanche per aziende che basano il loro core business sul commercio dei dati, come vedremo tra poco.

Il toggle da attivare per liberarsi del tracciamento delle app. Fonte

Un mini-tutorial

Come si accede alle possibilità offerte dall’App Tracking Transparency? Bisogna accedere all’app Impostazioni del proprio iPhone, recarsi nella sezione Privacy e da essa fare tappa in quella dedicata al tracciamento. Qui si troverà il toggle (in inglese) “Allow apps to request to track” da attivare o disattivare a proprio piacimento. Se avvenisse il secondo dei due casi, l’IDFA si trasformerebbe immediatamente nella famosa sfilza di zeri citata prima, per qualsiasi app presente sul dispositivo. Se l’utente accettasse, egli/ella comincerebbe a vedere spuntare sul proprio display una serie di pop-up che chiedono il permesso di tracciare e accedere all’Identification for Advertisers. Di solito tali prompt appaiono all’apertura dell’applicazione, ma non è una regola fissa: Gizmodo rivela come ne abbiano avvistati alcuni dopo la fine dell’installazione di alcune app.

Feel the kickback

La risposta di chi basa tutta o gran parte della propria attività sul commercio dei dati non si è fatta attendere. Google ha optato per un approccio più soft, segnalando le eventuali difficoltà che potrebbero formarsi in seguito all’adozione in massa di iOS 14.5 e suggerendo cosa fare ai lavoratori del settore advertising con un post sul proprio blog (pubblicato a gennaio del corrente anno, in ottica di assorbimento dell’impatto). Altri grandi nomi del settore come Snap o Twitter si sono uniti all’appello moderato di Big G.

Diversa è stata la risposta del gruppo Facebook, più articolata ed incisiva. Oltre ad aver rilasciato dichiarazioni pubbliche in merito, il team di Zuckerberg ha inaugurato delle vere e proprie campagne pubblicitarie per informare il pubblico di questo pericolo incombente. Chiari esempi sono gli spazi pubblicitari acquistati dalla società su quotidiani come il New York Times, il Washington Post e il Wall Street Journal. In essi è stata riportata una serie di annunci che concentra il proprio focus sulle perdite a cui andranno incontro le imprese di dimensioni ridotte a causa dell’introduzione dell’App Tracking Transparency della Mela americana, vista l’importanza per essi (secondo Facebook) dell’advertising con pubblicità personalizzate.

A Menlo Park non si sono fermati a questo e hanno diffuso sulle versioni iOS delle proprie applicazioni una schermata di benvenuto per tutti gli utenti che hanno aggiornato i dispositivi di loro proprietà. In essa viene incluso un messaggio che informa la persona sui cambiamenti generati dall’update e la invita a fornire il consenso al tracciamento ed alla profilazione. Chi opta per il rifiuto, secondo la splash screen, andrà incontro — come è ovvio che sia — a pubblicità non personalizzate e non cucite su misura dei gusti dell’utente, darà un colpo alle piccole imprese che fanno affidamento sui targeted ad per raggiungere il cliente e contribuirà alla realizzazione dell’eventualità in cui Facebook ed Instagram diventano a pagamento.

Gli amichevoli messaggi di Facebook ed Instagram per gli utenti iOS 14.5. Fonte

Una serie di messaggi che si aggrappano all’emozionalità che però non sembra aver riscosso il risultato sperato: secondo uno studio di Flurry, solo il 4% degli utenti iOS 14.5 statunitensi (ed il 12% di quelli mondiali) ha accettato di attivare i classici tracciamenti. In media, il 3% degli utenti americani e il 5% di quelli mondiali ha già effettuato operazioni di app tracking restricting dal momento in cui l’update è stato rilasciato.

Hai già installato iOS 14.5 sul to dispositivo? Se sì, hai disattivato il tracciamento da parte delle app? Cosa ne pensi del duello tra la Mela e gli altri colossi del tech? Raccontaci la tua opinione qui nei commenti o sui nostri canali social.

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Aurelioluca Mercuri
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25 anni, italiano, enthusiast della F1 e della musica, Content Specialist per WinTrade Digital Agency.